In Italia (ancora un volta) può darsi che non lo vedremo mai, ma se vi capita di incrociarlo altrove non perdetelo perchè Takashi Shimizu ancora una volta ha centrato l’obiettivo.
7500 è un film ben costruito, teso, molto classico nella struttura e con un finale che è un colpo in pieno stomaco.
Siamo sul volo 7500 diretto a Tokio e le cose non vanno proprio in maniera splendida. Prima u8n vuoto d’aria serio, poi uno dei passeggeri ha un malore e ci rimane secco, quindi un vuoto d’aria molto più che serio che mischia un po’ tutte le carte (e non solo) a bordo. Maschere d’ossigeno che scendono, valigie che volano e via di seguito.
A quel punto però le cose precipitano e sul volo accadono fatti decisamente inspiegabili. Ma da questo punto in poi è bene che non vi dica più nulla.
Il filme è costruito in maniera classica e molto bene. A bordo ci sono una serie di personaggi molto caratterizzati, che scopriamo subito e saranno ovviamente i protagonisti.
Abbiamo la tipa in viaggio di nozze fanatica dela pulizia, la ragazza dark, la coppia in crisi e naturalmente le hostess con le loro storie personali.
In realtà della storia precedente dei protagonisti sappiamo poco o nulla, giusto il necessario per portarci nella vicenda. Vicenda che si svolge completamente a bordo dell’aereo, il classico spazio ristretto.
L’inizio è tosto, colpisce subito e viene poi ripreso. La sequenza del vuoto d’aria è di un impatto notevole.
Quando poi il film vira verso il soprannaturale (ma non spaventatevi, voi che lo amate poco) lo fa con un tono che appare fin troppo semplice. I protagonisti accettano la variazione con troppa naturalezza e poca sorpresa (ma anche qui c’è il trucco).
Il finale è una vera mazzata, una sorpresa che lascia lo spettatore senza fiato e pronto a rileggere tutto il film per scovare incongruenze eventuali. Una roba insomma che non vedevo dai tempi di… no, che se ve lo dico poi si capisce!