Scusate il titolo criptico, lo capirete dopo aver visto il film.
Air è un thrillerone fantascientifico apocalittico, con due personaggi (e mezzo) e un pensiero di base abbastanza evidente. Funziona, e tanto basta.
Un’ecatombe chimico nucleare ha distrutto il mondo, lasciando perà il tempo di ibernare alcune giovani menti eccellenti, che dovranno ricostruire il pianeta.
A sorvegliare che tutto vada bene ci sono due tecnici, i quali si svegliano ogni sei mesi per due ore, controllano che tutto funzioni e tornano a dormire, fino a quando l’aria esterna non tornerà respirabile.
Solo che poi naturalmente capita qualcosa. Un incidente tecnico costringe i due a cercare soluzioni improbabili, a cercare pezzi di ricambio in quel crogiuolo labirintico in cui vivono e soprattutto a confrontarsi tra di loro.
Vengono così fuori i rapporti umani, che naturalmente incasinano il piano globale e fanno venire a galla segreti e misteri nascosti, imbrogli e cose non dette.
Norman Reedus e Djimon Hounsou sono particolarmente adatti al ruolo dei due disperati solitari (anche se io in una situazione del genere immagino candidati ben diversi).
Le scene sono sul tipico genere “qui è andato tutto a puttane” o se preferite “il futuro è una merda”.
Christian Cantamessa condisce il tutto con una discreta suspance e ne viene fuori un thriller godibile, in cui scoprire chi nasconde cosa non è immediato, non manca la tensione e se ne esce con una voglia di respirare aria fresca davvero seria.