Nasce un nuovo personaggio dalla penna di Maurizio Blini, anzi due, forse tre. Con I cattivi ragazzi, Edizioni del Capricorno, Blini ci porta nella Torino di oggi, in una calda estate 2020 e ci spiattella in faccia almen un pai di temi duri e estremamente attuali.
Due ragazzi, appasionati di animali, che si dilettano con le fototrappole nei boschi sulle rive del lago di Avigliana, invece di riprendere volpi e cinghiali trovano sulla scheda del loro apparecchio la registrazione di un omicidio, con il volto dell’assassino in primo piano. Terrorizzati, decidono di non dire nulla a nessuno, ma non potranno tenere il segreto a lungo.
Intanto una lettera anonim arriva in Questura, avvisando di tenee d’occhio un uomo che tutti i giorni si siede su una panchina alla Pellerina ed osserva i bambini.
Due casi che sembrano non avere appigli e sbocchi utili su cui si trova ad indagare la squadra omicidi di Silvano Stelvio, il quale sarà aiutato, oltre che dai suoi uomini, dal questore e dal magistrato, anche dal fratello Moreno, ex Questore da poco in pensione.
Blini ci guida in un’avventura senza fretta, in cui una Torino sonnacchiosa e accaldata sembra fare da sfondo ideale ad un’indagine che fatica a decollare. Addirittura, in alcuni momenti, pare proprio non ci sia nulla su cui indagare. Un pesce che sputa un dito ed una lettera senza riscontri sono sufficienti ad aprire due inchieste?
Poi però, quando i protagonisti mettono in moto le meningi, quando i fatti accadono, ecco che gli avvenimenti precipitano, il ritmo sale e veniamo pimbati nell’orrore con tutte le scarpe.
Ecco, i protagnisti. Questo è un libro pieno zeppo di personaggi di rilievo. I due fratelli Stelvio sono la guida della vicenda, Moreno ne è addirittua, a tratti, il narratore. Eppure ci sono diversi altri protagonisti. Dal giovane Andrea all’intera squadra della polizia, con in testa il buon Farci, di cui credo sentiremo ancora palare. E ancora i vari pesonaggi di contorno e i “cattivi” della storia, che non possono mancare e che qui i muovono sempre in equlibrio instabile, come capita nella realtà. Insomma è senza dubbio un romanzo corale, sebbene alla fine è evidente chi ritroveremo nelle eventuali auspicabili nuove avventure.
La prosa di Blini, lo sapete, è sporca, noir a tutti gli effetti, coinvolgente, capce di cambiare ritmo con due righe ed un avvenimento a sorpresa. Ci porta a riflettere su temi attuali e lo fa senza fronzoli, scatenando il disguto che l’animo di una persona qualunque non può evitare di fronte ad orrori ed ingiutizie tanto evidenti ed enormi. Storture della società che ovviamente non sono solo letterarie.
Per approfondire qui la mia intervista con Maurizio Blini.