Questa volta Maurizio Blini è andato giù pesante. Ne I delitti del dragone, Fratelli Frilli Editori, i suoi Meucci e Vivaldi si trovano immersi in un’indagine dai risvolti talmente drammatici e disarmanti da mettere in discusione l’intera loro vita professionale.
Siamo negli ultimi giorni del 2020, l’Italia al tempo del Covid salta da un colore all’altro, Torino alterna giallo e arancione. In una villetta in città vengono trovati quattro cadaveri. E’ una famiglia cinese. Padre e madre sono legati, orribilmente torturati e praticamente dissanguati. I due figli, una decina d’anni a testa, uccisi con un colpo alla nuca. Lo spettacolo che si presenta agli occhi di Meucci è devastante.
Intanto al cantiere della Tav in Val Susa un’esplosione uccide due operai. Che il movimento di protesta contro l’alta velocità abbia fatto un salto ulteriore trasformandosi in un movimento terrorista?
Le indagini porteranno molto lontano, coinvolgendo diversi personaggi a Torino e non solo, in Italia e non solo. La Mafia Cinese è implicata? Quella di Torino è stata un’esecuzione? Una dimostrazione? Una rapina? O addirittura un errore di persona? O forse qualcosa di ancora peggiore?
Blini ci butta subito nel nero più profondo. L’inizio del romanzo sfiora davvero l’horror e questo orrore fisico e visivo è simbolico dell’orrore morale e sociale con cui invece il libro troverà conclusione.
Meucci è capo della Mobile, Vivaldi ormai consulente esterno. Federico è diventato capo della Omicidi e nel romanzo ha un ruolo di primissimo piano. Il duo di Blini è ormai un trio. E intorno a loro si muovono una serie di personaggi. Le forze dell’ordine coinvolte sono molteplici in questa inchiesta. E molteplici sono le personalità. Da dirigenti senza scrupoli a poliziotti che non dormono la notte per gli orrori visti e immaginati.
I delitti del dragone è un crogiuolo di eventi che riuniscono mafia cinese, servizi segreti, terrorismo anni ’70, delinquenti comuni, protesta No Tav… non so se vi ho dato un’idea.
Il tutto condito con la prosa di Blini che si fa sempre più amara man mano che i nodi vengono al pettine. Meucci e Vivaldi hanno grande esperienza, sono stanchi degli orrori vissuti e sono stanchi di lottare contro i mulini a vento, contro un sistema che non hanno mai accettato e che scoprono ogni volta più inacettabile. Meucci e Vivaldi sono stanchi e delusi, molto stanchi…
Se volete approfondire, e mi sembra sia il caso, ho intervistato Maurizio Blini.