The descent – discesa nelle tenebre

Ancora una volta il titolo italiano non mi sembra dare ragione ad un film che invece merita molta attenzione, per lo meno questa volta si mantiene anche il titolo originale e ci rifugiamo in quello.

The descent è un film uno e trino.
Mi spiego… ma prima vi do due indicazioni sulla trama.

the-descent

Sarah e le sue cinque amiche (più o meno amiche) sono votate all’avventura ed al rischio (più o meno votate) e si divertono a fare rafting, a scalare pareti impervie e a scendere in grotte di difficoltà discrete.
Questa volta decidono (non è che proprio lo decidano insieme ma non posso raccontarvi tutto) di avventurarsi in grotte poco conosciute ed ovviamente rimangono bloccate all’interno causa un leggero terremoto che chiude il già difficile accesso.
ce ne sarebbe già a sufficienza per cagarsi sotto ma Neil Marshall pensa bene di far imbattere il gruppo in curiosi umanoidi sotterranei simili al Gollum di Peter Jackson ma molto più cattivi.
Ovviamente se ne salverà soltanto una (forse).

E vado a spiegarvi la trinità del film in questione.
La pellicola inizia come un buon racconto sulla psicologia di uno dei personaggi (Sarah interpretata da una discreta Shauna Macdonald) e prosegue con la discesa nelle grotte.
Fin qui assistiamo ad una buona narrazione che man mano si inoltra nel thriller buttando manciate di suspance in rapida crescita.
Man mano che le ragazze si inoltrano nelle grotte e affrontano cunicoli sempre più stretti ci rendiamo conto che la cosa finirà male.
E sinceramente ne avremmo già abbastanza delle carrettate di claustrofobia che i primi 50 minuti di film ci regalano.
Ci si sente oppressi, chiusi, legati, manca il respiro solo guardando le ragazze in affanno.

Poi succede che il gruppo di ragazze (tra le quali – nota  a margine – sembra non esserci nemmeno una lesbica e la cosa stupisce il blogger) si imbattano in queste creature bianchiccie e completamente cieche, che si muovono in branchi e si comportano come animali da preda (leggi: uccidendo e sbranando), sebbene abbiano sembianze umane.
L’incontro fa precipitare il film in una seconda parte molto diversa dalla prima.
Il gruppo si sfalda velocemente, le ragazze rimangono divise e si trovano a scontrarsi con i mostriciattoli completamente isolate o al limite in coppie.

the-descent-claustrofobia

La suspance sfocia così nella frenesia dei combattimenti e degli appostamenti, ed anche questa seconda parte è ben costruita e raccontata.
Ma non finisce qui, perchè il finale cambia ancora registro trasformando il film in uno splatter che non si risparmia e regala sangue a secchiate.
Addirittura la povera Sarah finisce in un lago di sangue degno del migliore Argento.

Tre film quindi uno dietro l’altro ma perfettamente amalgamati per una pellicola che è molto ben costruita e regala emozioni e sensazioni forti.
Il tutto condito da una fotografia attenta e funzionante, cosa non facile visto che quasi tutto il film si svolge nel buio più assoluto delle grotte sotterranee.
Ma le scelte per illuminare le scene sono varie e vanno dalle torce, alle barre illuminate, fino ad arrivare alla videocamera ad infrarossi e al leggero bagliore emanato dal fosforo presente nelle rocce.
Una varietà di soluzioni che permette di seguire comunque quello che accade (per capirci c’è più luce qui che in Halloween 2).

Vi ho detto tutto?
Sicuramente no, ma visto che ormai conoscete i miei gusti prendete il consiglio di guardare il film, se vi capita, per quello che vale.
E c’è già in uscita il sequel.

3 Comments

  1. Uno dei migliori horror degli ultimi anni. Spero che il sequel non lo rovini

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