Wrong turn – il bosco ha fame

Wrong turn è un buon thriller con parecchie virate nell’horror.
La storia non è inedita ma è resa particolarmente bene e lascia spazio a diverse considerazioni.

Si parte dallo stereotipo classico del gruppo di ragazzi bloccati nel bosco.
In questo caso sono cinque più Chris che si aggiunge e rimangono senza macchine. Si avventurano alla ricerca di qualcuno e si imbattono in una radura con una catapecchia ed un cimitero di macchine.
Ben presto scoprono che la casa nasconde resti umani conservati con attenzione e ben separati tra loro.
La abitano tre figuri inquietanti, affetti da mostruiose malformazioni fisiche, dediti al cannibbalismo e che si dedicano a smembrare tutti coloro che passano nel bosco.

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Cosa vi ricorda?
Neanche troppo lontanamente siamo dalle parti di Non aprite quella porta, ma l’omaggio non è eclatante e mai diretto.
Parte l’inevitabile caccia ai ragazzi nel bosco, con altrettanto inevitabile decimazione degli stessi ad opera del trio che opera con fucili, asce e frecce.

Dal primo incontro tra i ragazzi capiamo che a sopravvivere saranno Chris (Desmond Harrington) e Jessie (una Eliza Dushku decisamente affascinante nel suo ruolo da dura).

Rob Schmidt mette insieme un’ottima pellicola dove trovano il giusto spazio qualche mutilazione ed un po’ di sangue. Ma il film non è splatter e basa tutta la sua forza sulla tensione crescente, sul gioco del gatto col topo, sul senso di claustrofobia dato dall’impossibilità della fuga.
I tre cannibali deformi si vedono poco ma fanno sentire pesantemente la loro presenza.
Una lode particolare per chi ha messo insieme la casa degli orrori, un vero luogo da incubo dove si fa fatica a respirare per quello che si vede. Il frigo con i resti umani raccolti è una chicca da ricordare.

Ben fatta è anche l’introduzione che anticipa i titoli di testa, capace di dirci in pochi minuti che nel bosco c’è qualcosa che non quadra, qualcosa di cui aver paura… ma senza farci vedere di cosa si tratta.

Il finale sembra cancellare la baracca e distruggere i tre mostri ma un’ultima sequenza inserita durante i titoli di coda (così imparate ad uscire dal cinema in anticipo) ci racconta che uno dei tre si è salvato e spiana la strada al seguito, uscito solo in home video.

2 Comments

  1. belisma says:

    Poverini!
    Potevano usare una bussola!

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