La principessa e il ranocchio

La vigilia di Natale non poteva che essere dedicata ad un film film Disney, ad uno di quei cartoni animati che casa americana ci ha insegnato ad abbinare alle festività natalizie.
E la Disney mantiene un piede nella storia ed affida a Ron Clements e John Musker il compito di realizzare un cartoon classico, una favola dolce, piena di canzoni e (udite, udite!) in due sole, splendide, brillanti dimensioni. Niente 3D.

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Siamo a New Orleans, patria del jazz nero più profondo. Tiana è la figlia di un cuoco (naturalmente di colore) e sogna di aprire un suo ristorante.
In città sbarca il principe Naveen, per la verità un po’ in disgrazia.
Il dr. Facilier, mago vodoo lo intercetta e lo trasforma in un ranocchio. Per tornare umano il ragazzo deve ovviamente baciare una principessa ma per un disguido finisce per baciare Tiana e così anche lei diventa una rana.
I due iniziano un viaggio tra i pericoli della palude per tornare umani, alla ricerca di Mamma Odie, matrona cieca che pratica il vodoo.
Ad aiutarli due personaggi curiosi e divertenti. L’alligatore Louis, esperto trobettista che vorrebbe suonare in una band umana, e la lucciola Ray, innamorato perso di una stella.

La principessa e il ranocchio è quello che ci si aspetta. Una storia dolce, commovente, divertente a tratti. Piena zeppa di quelle musiche e canzoni che fanno impazzire i bambini di tutto il mondo (e non solo i bambini). E siccome siamo a New Orleans le musiche in questione sono puro e semplice jazz, scritte ottimamente da Randy Newmann.

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Tiana è la prima principessa nera della storia Disney e per questo rimarrà nella storia dell’animazione.
Louis e Ray sono ben costruiti e si allineano alla lunga coda di personaggi indimenticabili.
Ma il film è buono sotto ogni punto di vista.
Le battute non sono folgoranti ma la vicenda è molto romantica. C’è poi la contrapposizione classica tra la ragazza grande lavoratrice ed il principe che non ha mai fatto nulla in vita sua, contrasto che si risolverà brillantemente ed inevitabilmente nel finale.

Molto divertente mi è sembrata la sequenza successiva alla trasformazione dei due protagonisti in ranocchi. I due si trovano nella palude e devono improvvisamente affrontare tutti i pericoli a cui è soggetta una rana, cosa che fanno con difficoltà proseguendo il loro battibecco.

Nota di merito per Karima Ammar (uno dei prodotti di Amici della De Filippi) veramente brava nelle parti cantate e giustamente risparmiata nel doppiaggio del parlato, eseguito da Domitilla D’Amico (vi ricordo cosa era successo con Biancaneve!).

Insomma un classico Disney natalizio, un appuntamento che ci portiamo dietro da qualche decennio e che fa sempre la sua figura.
Se volete portare i bambini al cinema è la scelta più ovvia… e seguite il mio sedere a palloncino!

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