Il codice binario, di Rocco Ballacchino

I protagonisti delle saghe letterarie, eroi di gialli e noir compresi, diventano un po’ amici di famiglia. Così tornare a leggere un’avventura del commissario Sergio Crema e del suo insopportabile amico/nemico Mario Bernardini è un po’ come tornare a casa. Rocco Ballacchino ci ripresenta la sua coppia (involontaria) di indagatori ne Il codice binario, Fratelli Frilli Editori naturalmente.


Questa volta, in una Torino silente osservatrice, viene ucciso con un colpo di pistola un amministratore di condominio. Una finestra di pochi minuti in cui si svolge il delitto, un imbianchino immigrato che pare avere tutti i motivi per far fuori il malcapitato ed il caso sembra risolto prima ancora che cominci l’indagine.

Così è per il magistrato Giulia Bonamico e forse anche per Crema (sicuramente per l’ispettore Quadrini). A dubitare e rimescolare le carte è però il buon (e antipatico ai più) Bernardini, che pare non aver rinunciato alla sua indole da indagatore nonostante l’ultima avventura lo abbia costretto a sedere definitivamente su una sedia a rotelle.

L’indagine (quasi) chiusa deve quindi prendere altre strade. Crema e Bonamico devono ammettere di aver tratto conclusioni affrettate e impegnarsi a fondo e senza esclusioni di colpi. Ci sarà anche una trasferta genovese che metterà a serio rischio il mai chiarito rapporto tra il magistrato e il commissario (e per chi conosce Ballacchino e il suo operato questo viaggio genovese assume un significato particolare).

Naturalmente il manipolo di eroi (umanissimi eroi ma pur sempre eroi) arriverà a scoprire la soluzione del mistero, ma molti di loro dovranno pagare pesantemente errori e leggerezze. I rapporti personali traballano.

Ballacchino è un mestierante abile. Costruisce la trama con semplicità e guida il lettore sulla strada che lui ha deciso di intraprendere, in un crescendo da thriller vero, fino ad un finale rocambolesco in cui tutto sembra poter succedere.

I protagonisti evolvono, crescono, sbagliano, devono ceercare di recuperare. Non ci sono eroi puri, tutti hanno qualcosa da nascondere, perfino chi fino ad ora sembrava in fondo seguire senza intoppi la sua strada. E i personaggi di contorno sono delineati con precisione utile a disegnare l’insieme del racconto.

Su Quotidiano Piemontese la mia intervista con Rocco Ballacchino.

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