Romanzo ignorante. Come è bella Torino. A volte. di Alberto Tondella

Che Romanzo Ignorante di Alberto Tondella, Fratelli Frilli Editori, sia un romanzo del tutto particolare lo si capisce fin dal titolo. Poi arriva il sottotitolo, che recita “Come è bella Torino. A volte”, e allora tutto diventa ancora più chiaro.


Leo Morelli ha un’agenzia di marketing a Torino. Sta girando uno shooting fotografico ai Murazzi quando si accorge le Go Pro che ha piazzato per il backstage hanno registrato una scena particolare. Una ragazza nasconde (forse) un telefono cellulare in una fessura del muro, poi viene raggiunta da un’auto, ha un acceso dibattito, fugge, esce dall’inquadratura che a quel punto restituisce solo l’immagine di un uomo che impugna una pistola e spara.

Ce n’è in abbondanza per dare il via ad un noir coi fiocchi. Ma Tondella allarga il campo e ci racconta anche le vicissitudini di un gruppo di ragazzini diciottenni di un paesino del biellese che hanno deciso di essere razzisti, patrioti, estremi. Ce l’hanno un po’ con tutti e creano azioni dimostrative (fallimentari). Sono però pronti al grande salto.

Le due vicende viaggiano parallele, come su due binari lunghissimi, che non si incontrano mai. Poi, però, quando siamo al dunque, ecco che i due binari (immaginate una bomba sulla strada ferrata) saltano in aria e improvvisamente si incrociano in un finale da action movie americano.

Torniamo però un passo indietro per goderci quello che è un vero e proprio noir. Leo si improvvisa detective, indaga, approfondisce e, con l’aiuto nemmeno troppo entusiasta, di pochi amici, finisce per scoperchiare una questione internazionale in cui girano soldi a palate, ricerca medica, industrie farmaceutiche, soldi a palate, belle donne, persone scomparse e soldi a palate.

Soldi a palate l’ho già detto?

Il tutto è raccontato con capitoli brevi, piccoli flash, andate e ritorni temporali e carrettate di ironia sia stilistica che nei contenuti. Insomma davvero è un romanzo tutto da godere se apprezzate il genere… e pure se non lo apprezzate.

Non mancano la storia d’amore (o quasi) e una Torino che si ritrova a fare da palcoscenico ad una serie di vicende inquietanti. Ed è una Torino bella come sa essere solo lei, perchè, diciamocelo, come è bella Torino. A volte.

L’intervista con Alberto Tondella.

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