L’uomo che ha riesumato il western.
L’uomo che ha reinventato il western trasformandolo in altro.
Non più epici scontri tra bene e male, non più l’epopea della conquista, non più cowboy contro indiani.
Il western di Sergio Leone è un affresco, un dipinto in celluloide.
Infiniti silenzi, spazi immensi, primi piani esagerati.
E naturalmente le colonne sonore firmate Ennio Morricone che sono diventate imprescindibili dalle immagini nella nostra memoria.
Ma anche l’uomo che con soli sette film diretti (nell’ordine e senza prendere fiato Il colosso di Rodi, Per un pugno di dollari, Per qualche dollaro in più, Il buono, il brutto, il cattivo, C’era una volta il west, Giù la testa, C’era una volta in America) è entrato nella storia (ma ci sono un sacco di pellicole dove la sua mano non accreditata è molto evidente, in particolare Il mio nome è Nessuno firmato da Tonino Valeri).
L’uomo che ha saputo accettare la spregiativa definizione di spaghetti western e trasformarla in sinonimo di qualità artistica.
Inutile spendere ulteriori parole visto che su di lui potete trovare chilometri di inchiostro ovunque.
Mi piace però ricordare due frasi che danno l’idea del personaggio.
La prima vola dalla bocca di Gian Maria Volontè prima e di Clint Eastwood poi nello stesso film (Per un pugno di dollari).
“Quando un uomo con la pistola incontra un uomo con il fucile, quello con la pistola è un uomo morto”
La seconda è una considerazione dello stesso Leone su Clint Eastwood e suona più o meno così:
“Aveva soltanto soltanto due espressioni: con il cappello e senza cappello”
Perchè queste due frasi?
Ma perchè mi piacciono da morire!
Oggi, venti anni fa, Sergio Leone moriva all’età di 60 anni, con un progetto ambizioso ancora da realizzare.
E se consideriamo il crescendo dei suoi film da Il colosso di Rodi a C’era una volta in America, quel film mai girato ci manca ancora di più.
Il mio omaggio all’italiano che fece western meglio degli americani è un breve corto che vi ho già proposto e che, guarda caso, è intitolato A S. Leone
Un grande, favoloso regista. Anche noi nel nostro piccolo abbiamo voluto ricordarlo.
Ciao
Marco