Ed alla fine eccomi qui a dirvi (ulteriori) due cosette su Avatar… naturalmente oggi che ho elevato al rango di Blog Avatar Day.
Ho visto il film in 3 sale diverse di Torino (e qui trovate la mia relazione sulle differenze tecniche delle tre sale) così ho avuto modo di entrare nella storia in maniera decisa.
La vicenda ormai dovreste conoscerla.
Jack Sully è un marine a riposo. Dopo 6 anni di viaggio in criosonno arriva su Pandora per sostituire il fratello scienziato (morto) in una missione per cui si è preparato per tre anni (il fratello… lui ha giusto letto il manuale). Dovrà guidare un corpo biologico, un avatar, stando sdraiato in un apposito macchinario. Scopo della missione Avatar è quello di comprendere le abitudini e le usanze del popolo Na’vi. Scopo meno dichiarato è quello di convincerli a spostarsi visto che la loro città-albero è proprio sopra la più grande miniera di un minerale costosissimo.
Da queste premesse parte una vicenda che almeno dal punto del soggetto non è molto diversa da quanto è stato raccontato al cinema altre mille volte.
Buoni contro cattivi, gli indiani scacciati dalle loro terre, l’amore che convince il protagonista a schierarsi dalla parte dei più deboli…
Ma che il soggetto di base non sia una novità assoluta è l’unico appunto che si può muovere a James Cameron, perchè il modo in cui la vicenda è trattata è tutta un’altra storia.
Avatar è davvero un colossal per quello che potete trovarci dentro.
C’è la storia d’amore tra umano ed alieno, un amore che trascende la fisicità ed il rapporto tra i singoli. Un amore totale che comprende l’ambiente, il popolo, gli animali e le piante che danno vita a Pandora.
C’è il fortissimo messaggio ambientalista. Ma forte davvero. Su Pandora indigeni e animali vivono in simbiosi con la foresta. Una simbiosi chimica, biologica, fatta di unioni, di scambi di dati. C’è un rispetto reciproco che non prevede la dominazione di una specie sull’altra.
C’è la fantascienza, il viaggio spaziale, le tecnologie avanzatissime.
Ed infine c’è anche la battaglia campale, lo scontro di razze finale, la lotta per la libertà e l’indipendenza.
Insomma ce n’è per tutti i gusti. Sarà per questo che il film sta per diventare il più visto di tutti i tempi. perchè soddisfa palati diversi.
Ed infatti nelle tre sale in cui l’ho visto (ad orari diversi) ho incontrato un pubblico davvero variegato per età, interessi, classi.
Bambini ed anziani, famiglie e gruppi di ragazzi, tamarri ed intellettuali…
In definitiva la storia funziona, è raccontata bene e mostrata in maniera grandiosa.
Le ambientazioni sono un qualcosa di incredibile, il mondo creato da Cameron è quanto di più complesso e dettagliato esista dopo le terre inventate da Tolkien.
Il 3D funziona bene, la motion capture ancora meglio (ma sugli aspetti tecnici aggiornerò questo post con un link a breve).
In definitiva Avatar merita tutta questa attenzione? Questa pubblicità?
Davvero è il film che può rivoluzionare il cinema?
Dal punto di vista della vicenda non c’è nulla di rivoluzionario (ma la storia – ripeto – è comunque ottimamente raccontata).
Ma dal punto di vista delle soluzioni tecnologiche utilizzate (anzi, del modo e della qualità con cui sono state utilizzate) sicuramente siamo di fronte a qualcosa che potrebbe segnare un nuovo punto di partenza.
Esempio. Fino a ieri ero convinto che il 3D fosse giustificato solo per film particolarmente spettacolari, ora mi sto convincendo che potrebbe semplicemente diventare il nuovo modo di guardare il cinema, come lo sono stati il sonoro prima ed il colore poi.
Qualche accenno alle interpretazioni me lo riservo per un’altra volta (ma Sigourney Weaver fa la sua figura, così come Zoe Saldana), vi lascio con un paio di domande.
Domanda uno: possibile che nessuno finora abbia notato che i Na’vi hanno quattro dita mentre gli avatar cinque?
Domanda due (e qui ho bisogno della conferma di un musicista all’ascolto): sbaglio o le prime due note del main theme di Avatar sono esattamente le stesse (con lo stesso tempo) di quelle del refrain tormentone che accompagnò Titanic?
NOn avevo fatto caso alla differenza di dita tra i nativi e i Na’Vi.
Altra piccolezza:
hai fatto caso che alla fine del film, non dico nulla tranquilli 😉 , gli umani non hanno le fondamentali maschere?
Per tutto il resto io andrei a rivederlo anche subito per la seconda volta, ma con meno gente ;).
Buon cinema
@ Mirko
sei sicuro?
A me sembra che le abbiano…
Ho controllato … hai ragione le dita dei Na’vi sono effettivamente 4, ma questo è un dettaglio per maniaci che fa parte di quegli accorgimenti tipici dei kolossal, ed è anche immaginabile che se gli avatar ne avessero avute 4 anche loro, ciò avrebbe potuto comportare qualche problema sul loro governo da parte degli umani, che ne hanno 5, e spiega anche perché i Na’vi riconoscono subito gli avatar.
La questione delle maschere è invece grave a mio giudizio.
Per il resto trovi, se ti va, le mie riflessioni sul mio blog.
Con stima.
Rob.
@ Roberto
Naturalmente ho letto la tua recensione…
@ Mirko
Ho verificato. Nella scena finale gli umani hanno regolarmente la maschera… se ti riferisci alla lunga coda verso la nave spaziale (sempre per non dire troppo).