ToHorror Film Festival – intervista con Massimiliano Supporta

Dieci anni fa mi rinchiudevo insieme ad alcuni amici nel buio di alcuni locali torinesi per assistere alla prima edizione del ToHorror Film Festival.
Ricordo l’atmosfera vagamente carbonara e la sorprendente qualità di alcuni dei corti in concorso.

La settimana prossima prenderà vita al Cafè Liber la decima edizione del ToHorror, festival che è cresciuto ed ha conquistato nuovi spazi. Tema di quest’anno è la Cronofobia.

Ho avuto l’occasione di fare alcune domande a Massimiliano Supporta, che del festival è il direttore artistico.
Mettetevi comodi perchè Massimiliano non ha lesinato sulle risposte.

Prima dell’intervista (o dopo, se preferite) vi invito però a dare uno sguardo al programma e a considerare la qualità artistica del catalogo che hanno realizzato.
Al fondo del post trovate invece il video promo del Festival.

Probabile poi che il sottoscritto faccia un salto dalle parti del Cinema Romano per le due serate evento che prevedono Amer e Occhi… se volete anche cogliere l’occasione per salutarmi ci vediamo lì.

Ora però spazio al pensiero di Massimiliano Supporta.

Dieci anni sono una tappa importante per un Festival. Cosa è cambiato per il ToHorror dal 2000 a oggi?

Dal 2000 ad oggi è cambiato tutto. La vita del festival ha subito molti mutamenti, questa stessa direzione artistica, come tutto il gruppo che sta dietro alla manifestazione, non è la medesima degli esordi. Tutto è cominciato in maniera informale dai club sino ad approdare al cinema con un ampissimo programma. Questa ultima metamorfosi, dal 2006 in avanti, ha voluto però recuperare l’ambiente del club mantenendo al cinema solo gli eventi cinematografici e il concorso lungometraggi. Questo per due motivi: valorizzare un ambiente più intimo e informale per i giovani autori di cortometraggi, favorendo il loro incontro e auspicando collaborazioni e progetti comuni. Dall’altro rinforzare il programma con eventi collaterali in tema con il refrain del festival in corso, quali letture, performances teatrali, concerti, visite guidate. In quest’ottica anche l’idea di proporre incontri letterari e mostre fotografiche o di fumetti e ampliare così il circuito dei luoghi in cui si svolge il festival, che quest’anno sono ben cinque. La nostra idea di base è produrre un’infezione, che parta dalla cultura fantastica e contagi la città.

E cosa invece è cambiato nel panorama delle produzioni horror in questi anni?

Per quanto riguarda i mutamenti della scena horror internazionali, qualche segnale c’è, ma dal mio punto di vista nulla di troppo rivoluzionario. Potrei citare la scelta della telecamera a mano per dirne uno che considero positivo (Rec, Blair witch project), e per esempio lo stravolgimento del mito del vampiro o l’avvento del cosiddetto torture porn per citarne un paio che non approvo (Twilight, Hostel). Le majors americane sfornano per lo più progetti magari divertenti ma di bassissimo spessore, mentre si affacciano sugli schermi valide cinematografie non occidentali. A margine alcuni autori “alti” affrontano temi legati in qualche modo all’immaginario del cinema della paura. Ma anche questo non è nulla di nuovo. Per il carattere anarcoide che caratterizza il cinema horror, qualche bella sorpresa l’ha comunque riservato al solito la scena indipendente. La nostra preferita da sempre.

Veniamo al programma di quest’anno. Avete eliminato strada facendo il Concorso Lungometraggi. Cos’è successo? Non è arrivato un numero soddisfacente di film oppure la qualità non era all’altezza? In entrambi i casi la vostra mi sembra una decisione coraggiosa e coerente.

Eliminare il concorso lungometraggi si è rivelata una dolorosa amputazione. Dolorosa ma inevitabile. E i motivi sono essenzialmente due: uno preponderante e tecnico. L’altro di carattere più artistico. Per cause indipendenti da noi il cinema con cui eravamo in accordo per la manifestazione, si è reso indisponibile a poche settimane dall’inizio del festival. Trovare una sala alternativa in così poco tempo si è rivelata un’impresa ardua e dispendiosa per una organizzazione piccola come la nostra, anche se agguerrita. Abbiamo dovuto fare una scelta, e quindi abbiamo deciso di concentrare le risorse sugli eventi al cinema. A questo bisogna aggiungere che la nostra volontà è di tenere un alto profilo delle opere in concorso, e lo dimostra la qualità dei cortometraggi che ospitiamo ogni anno. Per i lungometraggi vorremmo fare lo stesso. Purtroppo le opere che ci vengono recapitate non sempre si allontanano dallo stile amatoriale, mentre quelle che invitiamo, magari prodotte nel circuito indipendente, hanno alti costi di gestione e preferiscono festival più importanti. Malgrado il riconoscimento che raccogliamo, rimaniamo un piccolo festival, che si alimenta esclusivamente con le proprie forze. Aggiungiamo un po’ di snobismo di casa nostra e il gioco è fatto. É però un peccato, i film che comunque avevamo selezionato, sono prodotti veramente interessanti della scena italiana, a cui avevamo deciso di dedicare il concorso. Cercheremo di proporli magari durante l’anno nel corso di un progetto che abbiamo in cantiere.

Se dovessi consigliare un appuntamento del festival di quest’anno…

Sicuramente gli eventi al cinema: AMER di Bruno Forzani e Hèléne Cattet (Bel, 2009) è un sentito omaggio al cinema giallo italiano degli anni Settanta. Gli autori hanno vinto la sezione Experimental&Mutations nell’edizione 2006 del ToHorror ed è stato un vero piacere vedere che sono riusciti a fare il salto nel lungometraggio. Il film, girato in pellicola, è stato presentato al festival di Sitges dell’anno scorso e da allora non ha mai smesso di girare per i festival. Una vera festa per lo sguardo. Lo proiettiamo al cinema Romano giovedì 21 alle 22,30. Così come vale la pena di veder OCCHI di Lorenzo Bianchini. Bianchini è sicuramente uno degli autori indipendenti più ispirati della penisola. Già vincitore del concorso lungometraggi nel 2004 con CUSTODIES BESTIAE, torna con questo horror in cui è l’atmosfera a farla da padrone, così come la consueta analisi geografica della paura, che sembra essere la cifra stilistica del regista friulano. Al cinema Romano mercoledì 20 alle 22,30.
E per uscire dall’ambiente cinematografico, l’incontro con Luca Masali, uno degli autori di fantascienza più quotati del paese. Essendo il tema del festival Cronofobia, e il tempo il mostro da affrontare, ci sembrava che uno scrittore che facesse del racconto ucronico il suo campo di investigazione, fosse l’uomo per noi. Lo incontriamo al caffè letterario Mood di via Cesare Battisti a Torino, giovedì 21 alle 18. Senza dimenticare il concorso cortometraggi, che come dicevo è di altissima qualità, con autori sempre più giovani e sempre più preparati, provenienti oltre che dall’Italia, dal Belgio, Spagna, Portogallo, Francia, Usa e Turchia. Da mercoledì 20 a venerdì 23 alle ore 21 al cafè Liber, ai quali faranno da contrappunto il concerto dei Surfoniani, le letture tratte da H.P. Lovecraft, gli eventi video quali L’ESTATE FREDDA I e II e la serie web 7 A RITROSO SORTIRÀ 7. Fino alla serata finale di sabato 24 con la premiazione e la proiezione dei corti vincitori.

Chiudiamo allargando un po’ il campo. Una domanda che odio quando viene posta a me: il miglior horror a livello internazionale dell’ultima stagione?

Tra i film che ho preferito dell’ultima stagione inserisco AMER appunto, che ho visto a Sitges e a cui manca ancora una distribuzione italiana così come la saga norvegese di COLD PREY, arrivata al secondo capitolo e che dovrebbe sfornare il terzo proprio in questi giorni. Tra quelli distribuiti ANTICHRIST, HORPHAN, REC 2 e non ho disprezzato PARANORMAL ACTIVITY, anche se sopravvalutato. Per quanto riguarda il panorama italiano, sicuramente SHADOW di Federico Zampaglione. Proprio per monitorare in qualche modo la scena fantastica, abbiamo inaugurato sul nostro sito e sul canale youtube del ToHorror, un videomagazine sulla cultura fantastica, dal titolo RoadToHorror, in cui recensiamo i film che abbiamo preferito e che appunto la asfittica distribuzione italiana non prende troppo in considerazione. Un esperimento che abbiamo tentato con discreto successo come avvicinamento al festival, e che riprenderemo con maggior cura nel nuovo anno con una cadenza più regolare.

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