Come latte sul fuoco, di Nico Priano

Campazzo, cittadina alessandrina al confine tra Piemonte e Liguria. Estate. E’ questa l’ambientazione di Come latte sul fuoco, noir cupo e con toni di provincia di Nico Priano, Edizioni Leucotea. E indicare l’ambientazione non è questione secondaria.

No, perchè siamo in un sonnacchioso paesino di provincia, dove tutti si conoscono e dove in fondo non capita mai nulla. Così anche il maresciallo Bruno Priano (si, ha lo stesso nome dell’autore) è abituato a poco movimento e quando gli tocca organizzare la sicurezza per una tappa del Tour de France che sconfina in Italia (la tappa del vino) e vedrà il traguardo proprio a Campazzo, capisce subito che quello sarà più di un semplice fastidio.


Intanto in paese arrivano due attempate professoresse per passare qualche giorno nella casa di una delle due. Due figure che farebbero quasi tenerezza, se non si portassero dietro alcune vicende poco pulite ed un rapporto da chiarire con l’allievo di una delle due. Cosa hanno a che fare poi in tutto questo quattro ex partigiani che passano le loro giornate tra i ricordi ed un’affascinante poliziotta francese che rivolterà come un calzino le giornate del nostro maresciallo?

Come vedete di carne al fuoco (o latte, se preferite) ce n’è parecchia e naturalmente c’è molto di più di quello che vi ho accennato. Tutto concorre a creare un noir ben costruito, in cui Priano (l’autore, non il personaggio) decide di prendersi tutto il tempo necessario per arrivare al dunque. Ci porta in giro per il territorio, ci fa conoscere il paese, i personggi, i misteri, ci butta a capofitto nella frenesia della Grand Boucle e poi ci riporta indietro tirandoci fuori ancora interi e pronti ad accogliere il vero fulcro della faccenda.

Fulcro che ha le basi in una storia antica, mai risolta, e che inevitabilmente porterà il lettore a porsi domande sulla figura dell’eroe (evocativa ed emozionante la strofa della Locomotiva di Guccini che apre il libro).

In tutto ciò si muove Priano (il personaggio, non l’autore), un maresciallo di provincia che sembra inadatto ad affrontare un evento più grande di lui, al quale forse non è preparato, ma quando poi si trova a dover scovare un assassino allora viene fuori la sua professionalità e l’abilità da investigatore vero. E a noi lettori non rimane che goderci la prosa scorrevole di Priano (l’autore, non il personaggio), lasciarci portare tra le vigne e seguire Priano (il personaggio, non l’autore) nelle sue indagini, in quel viaggio nel passato che si ripropone con tanta forza e drammaticità.

Oh, poi di cose da dire ce ne sarebbero ancora parecchie: la scuola, i rapporti tra gli insegnanti, tra insegnanti e alunni, gli alunni difficili, la vita mostrata e la vita vissuta, i segreti nascosti dietro la facciata di ognuno, le passioni sopite e quelle incontrollabili, i cetrioli… si, anche i cetrioli!

Ho intervistato Nico Priano.

 

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