Reset – l’alba dopo il lungo freddo, di Claudio Secci

Dopo aver scritto un po’ su tutti i temi dello scibile umano il buon Claudio Secci si cimenta con il romanzo post-apocalittico e dà alle stampe Reset – l’alba dopo il lungo freddo, Watson Edizioni. E non ho difficoltà a dire che, tra quel che di suo ho letto, è ampiamente il lavoro miglior e più completo.


Tim Scott è un uomo di quasi 50 anni, da 10 rinchiuso in un carcere di minima sicurezza in Canada per aver ucciso la moglie (che però non ha ucciso). Solo che un evento imprevisto arriva a scuotere la vita del carcere e del mondo intero. Due asteroidi si sono scontrati e uno punta dritto sulla Terra. L’impatto è previsto a due anni dalla scoperta ma non c’è molto da fare per impedirlo. In carcere le notizie vengono razionate e solo poche ore prima dell’impatto le celle vengono aperte e i detenuti si trovano ad affrontare un mondo che ricordano poco e che sta per cambiare per sempre.

Tim, che ha cercato di informarsi il più possibile, si arma di quanto più cibo riesce a trovare e di una mascher antigas e comincia il suo viaggio solitario nel mondo post-apocalissi. Si, perchè l’impatto ha creato uno strato di polveri molto spesso che impiegherà anni a posarsi. Il sole è oscurato, la temperatura è crollata, la fotosintesi clorofilliana si arresta e il pianeta è diventato un luogo inospitale in cui è quasi impossibile respirare e dove i superstiti cercano di sopravvivere l’uno a scapito dell’altro.

Secci è abile a costruire la vicenda. Non improvvisa nulla, ha studiato a fondo quali sarebbero gli effetti di una catastrofe simile, e riesce a portarci in un mondo devastato accanto al suo protagonista. Ci fa vivere timori, speranze, tentativi di sopravvivenza. Racconta nei dettagli le tecniche che Tim adotta per arrivare al giorno successivo, ci lascia entrare nel suo pensiero (parole, per un bel po’, pochine… viaggia per mesi solo con un lupo al fianco). Le descrizioni e il crescendo di ansia sono tanto precise e coinvolgenti che al lettore pare di far anch’egli fatica a respirare.

Tim analizza, ipotizza, agisce, subisce. Si trasforma in una sorta di eroe senza macchia perchè la sua forza è quella di riuscire a razionalizzare, senza mai perdere la testa.

I piani di lettura del romanzo sono vari. Si parte, non c’è dubbio, dall’idea di una seconda possibilità. Un detenuto a cui è stato (ingiustamente) tolto tutto si trova ad avere una seconda chance. L’asteroide azzera tutto, si riparte tutti sullo stesso piano, senza differenze. Certo, è un piano basso, bassissimo, spesso uno scantinato, un bunker.

Poi c’è l’avventura vera e propria, che davvero non manca e coinvolge il lettore in un viaggio fisico e mentale ricco di crescita. Una sorta di discesa agli inferi da cui ad un certo punto sembra davvero impossibile risalire.

E ancora c’è l’idea della ricostruzione, di un mondo che pochi superstiti hanno l’occasione di ricreare, su nuove basi, su concetti e filosofie inevitabilmente lontani da quelli che lo hanno governato negli ultimi secoli.

In una vicenda simile poi non mancano scene davvero vicine al mio amato horror, con persone trasformate in cannibali e cumuli di cadaveri abbandonati. Provate a immaginare cosa può creare una situazione del genere (ok, non è facile… conviene che vi leggiate il libro).

Aggiungo qui di seguito l’intervista con Claudio Secci fatta prima del lancio del libro, può darvi qualche spunto in più

Claudio Secci presenta "Reset – l'alba dopo il lungo freddo"

Pubblicato da Quotidiano Piemontese su Martedì 19 giugno 2018

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