E’ un libricino che dovrebbero leggere tutti gli italiani questo La grande ammucchiata, col quale Elisa Rolfo analizza con sottile ironia i comportamenti dell’italiano medio nell’epoca dei social. “Storie di quotidiana idiozia” è il sottotitolo significativo che rende bene l’idea del contenuto del libro.
Ironia si, ma non si scherza affatto, perchè la Rolfo è decisamente adirata con i suoi simili e con i loro comportamenti. Possibile che sia sempre colpa di chi sta al vertice o semplicemente è più facile prendercela con i capi, i dirigenti, i politici? Da qui si parte per analizzare una serie di tipi e comportamenti in cui tutti i lettori potranno riconoscere i vicini di casa, i genitori dei compagni di classe dei figli, i colleghi di lavoro. E attenzione, perchè nel caso non riconosciate uno di questi personaggi, oppure non vi faccia sorridere amaramente la sua descrizione… allora vuol dire che quel personaggio siete voi, non si scappa!
Il libro parte da una premessa d’obbligo con l’invito a non generalizzare e poi si tuffa con tutte le scarpe in categorie e esempi. Si va dal mondo del lavoro all’ipocrisia della famiglia perfetta, dalla scuola (e qui c’è da divertirsi tra gruppi Whatsapp e rapporti insegnanti – genitori) ai discorsi da bar. E ancora il rapporto con la cultura, quella con la giustizia, le contraddizioni della Chiesa (in un capitolo che si irradia nella storia del mondo).
E avanti con la guerra tra poveri, le battaglie femministe, l’autodifesa dagli scocciatori. Elisa Rolfo ne ha per tutti, con grande lucidità e ragionamenti limpidi. Non è necessario essere d’accordo con lei nei dettagli ma è innegabile che il tema è centrato. Non mancano piccoli suggerimenti per provare a sopravvivere nel mondo che ci siamo creati.
Leggetelo, rileggetelo, sorridete, arrabiatevi, guardate con occhi diversi il vicino o il collega di lavoro… ma soprattutto provate a intervenire su voi stessi e a ragionare prima di muovervi, di parlare, di scrivere, di chattare, di accusare, di sparlare. Proviamo a fare qualcosa per riprendere in mano la storia del mondo, questo è l’invito che mi piace leggere tra le righe.
