L’uomo della radura, di Cristina Converso

E’ davvero un piccolo gioiellino l’ultimo lavoro di Cristina Converso, racconto edito da Buendia Books nelle sue Fiaschette che risponde al titolo de L’uomo della radura.

Siamo sul treno che va a Susa. Un’interruzione di corrente (tutta colpa dei francesi) ferma il piccolo convoglio in mezzo al nulla e la Capotreno ne approfitta per sedersi accanto ad una ragazzina che ha individuato come solitaria e probabilmente con una vita non facile… e le racconta la sua storia.


E la storia di Sandra è una storia splendida. Trovata abbandonata in fasce, è stata allevata da un uomo solo che vive come un eremita in una radura sopra Moncenisio. Vive serena, studia in casa, cresce innamorata dei boschi, degli alberi, di quei monti. Ha un rapporto speciale con il frassino secolare che cresce a Moncenisio. Fino a quando un evento tragico la allontana da quei luoghi (e da quell’albero) per buttarla di colpo nel mondo dei grandi, nel mondo della gente comune. Un mondo che non conosce e che dovrà imparare ad affrontare.

L’autrice trova un semplice espediente per raccontarci la sua storia. Tuttavia l’incontro tra le due anime solitarie, tra le due donne, è qualcosa di più di un espediente letterario. Perchè è in realtà un momento fondamentale della vicenda. E’ la scintilla che non solo dà il via al racconto, direi che addirittura lo crea. E’ il momento in cui Sandra decide di liberare il suo animo da quella storia (che, attenzione, è una storia dolce ma tragica, che nasconde anche un giallo rimasto nascosto per anni) e probabilmente concludere il suo percorso di crescita. Allo stesso tempo è il momento in cui la giovane viaggiatrice comincerà il suo percorso personale.

E poi c’è la vicenda raccontata, che ruota tutta intorno ad un luogo, alla natura che lo compone, agli uomini e le donne che lo abitano (che sono uomini e donne di montagna, semplici ma bigotti), ad un albero. Un albero vero, che esiste. Se fate un salto a Moncenisio lo potete trovare in piazza che mostra tutto il suo orgoglio di pluricentenario.

E’ una vicenda che narra una storia molto personale, di una donna sola. Ma è anche un vero e proprio giallo, un thriller che nasconde una storia mai risolta, la cui verità è rimasta nascosta per vent’anni.

E naturalmente c’è poi la poesia di un racconto riversato sul lettore con profondo amore e rispetto per quei luoghi e per quella natura che lo popolano. Perchè Cristina Converso è un dottore forestale e agli alberi e al loro rapporto con gli uomini ha dedicato la sua vita.

Trovate qui la mia intervista con Cristina Converso su Quotidiano Piemontese.

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