Zero mancante, di Luca Serra

Inutile girarci intorno: Zero mancante è un thriller assolutamente perfetto. Al suo terzo lavoro Luca Serra tira fuori un lavoro preciso, avvincente, coinvolgente. Uno di quei romanzi che quando sei stremato e decidi di spegnere la luce e chiudere gli occhi ti accorgi che hai letto un centinaio di pagine trangugiandole come acqua fresca in mezzo al deserto.

Gli Zero sono un gruppo musicale che ha avuto un buon successo a Torino alla fine degli anni ’80, fino ad avere un singolo in rotazione su Videomusic (la ricordate?) ed un tour dall’ottimo successo in giro per l’Italia. Dopo quello però sono scomparsi, si sono sciolti e nessuno ha più sentito parlare di loro. Trent’anni dopo, quasi per caso, gli Zero si ritrovano e ricominciano a suonare. Manca però il bassista Ermes, di cui gli altri tre hanno perso le tracce, che viene sostituito dal più giovane Matteo.


L’alchimia sembre tornare immediatamente, al punto che gli Zero decidono di provare con un piccolo tour revival, per vedere la risposta del pubblico. Dopo un concerto però, il cantante Barabba scompare nel nulla. E’ un sabato e il giovedì successivo ci sarebbe un nuovo concerto. I tre vecchi membri degli Zero non sembrano particolarmente preoccupati dell’assenza dell’amico, così tocca a Matteo indagare e cercare di capire che fine ha fatto Barabba.

Finirà per scoperchiare segreti antichi di trent’anni che coinvolgono persone scomparse, misteri e segreti.

Non ho paura di ripetermi: Zero mancante è un thriller perfetto. Luca Serra costruisce la vicenda con pazienza e senza alcuna fretta. Ci porta per mano nella storia dei protagonisti, raccontandoci man mano solo quello che il lettore ha bisogno di sapere e lasciando intatto il gusto della scoperta e della sorpresa. Il punto di vista privilegiato è quello di Matteo (che più si avvicina a quello del lettore, essendo l’ultimo arrivato).

Pian piano si salta da vicende attuali a quelle accadute trent’anni prima, alternate con maestria e sbocconcellate con calma in modo da lasciare la completezza del gusto a chi legge. Alla vicenda principale, che è già molto articolata e approfondita, si affiancano quelle di altri protagonisti, che si intrecciano tra loro incastrandosi alla perfezione.

Il tutto porta ad un finale davvero avvincente (già pronto per una trasposizione cinematografica) in cui gli eventi arrivano al dunque da più parti e si ritrovano tutti insieme al momento giusto nel posto giusto. Insomma una macchina che funziona perfettamente è cattura il lettore senza lasciargli la possibilità di liberarsi fino alla rivelazione finale.

Se è vero che il primo romanzo può essere una sorpresa in cui l’autore butta dentro tutto ciò che ha tenuto dentro per anni, il secondo lima gli eccessi e  rischia di essere troppo frenato ed è il terzo a rivelare se un aspirante autore può davvero considerarsi tale… bhe, c’è il serio rischio che Luca Serra sia un autore vero.

Trovate qui la mia intervista con Luca Serra su Quotidiano Piemontese.

Nota a margine: la copertina che vedete nell’immagine è stata modificata dall’autore e quindi la versione che trovate in vendita su Amazon ne ha ora una diversa ma ugualmente significativa.

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