Carne mangia carne, di Andrea Monticone

Cosa fa uno scrittore quando è costretto a rimanere in casa? Ovviamente scrive! Ed è quello che ha fatto Andrea Monticone fin dai primi giorni del lockdown per Coronavirus Covid-19, al punto da aver già dato alle stampe Carne mangia carne, Buendia Books. Nota a magine prima di raccontarvi il libro: si tratta della Fiaschetta numero 20 di Buendia, è uscita nel 2020 e quindi l’occasione era ghiotta pe festeggiare, così il racconto ha un formato un po’ più ampio delle fiachette tradizionali.


Siamo in una Torino spettralmente deserta nei primi giorni del lockdown (è un libro che andrà riletto tra qualche anno per ritrovare questa sorprendente sensazione). Per le strade si muovo solo pochi delinquenti (il cui lavoro è più difficile perchè non devono farsi vedere) e le forze dell’ordine (il cui lavoro è più difficile perchè – spesso – non devono farsi vedere).

Il colonnello Sodano (si, il racconto ha per protagonista l’eroe cardine di Monnticone) si trova alle prese con un nemico tostissimo: la mafia nigeriana che sta prendendo piede sotto la Mole, con modalità di ingaggio decisamente violente.

Si parte dal ritrovamento di un cadavere a cui manca il cuore, nel senso che è stato proprio asportato. Il dettaglio porta Sodano e il vicequestore aggiunto Ambra Laurenti (che troviamo appassionatamente insieme sotto le coperte quando vengono raggiunti dalla notizia) a pensare subito alla mafia nigeriana, anche se la vittima è un uomo bianco e anziano.

Sodano, in coppia con il commissario Natuzzi (noto per i suoi metodi spicci) dovranno affrontare un’avventura davvero tosta, a contatto con un mondo che conoscono bene ma che è quasi senza regole. Anzi, di regole ne ha parecchie e sono molto precise, solo che sono di una violenza estrema. Il silenzio di una Torino deserta rischia di essere squarciato da episodi estremi, che sembrano arrivati da terre lontane.

Monticone non ha paura di dettagliare il peggio e così tra ragazze vendute e comprate, dita mozzate a colpi di ascia e cuori strappati, ci troviamo di fronte ad un giallo che ha note davvero nere. I protagonisti mantengono però la lucidità necessaria e la freddezza fondamentale in situazioni del genere per capire dove andare a cercare, per raggiungere le persone giuste ed anche per portare a casa la pelle (quasi) intonsa.

Un racconto tosto, quindi, che si muove in momento storico estremamente preciso e che faticheremo a dimenticare. Se volete approfondire ho intervistato Andrea Monticone su Quotidiano Piemontese.

 

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