La foresta fossile, di Cristina Converso

Torna con La foresta fossile, Buendia Books, Cristina Converso e naturalmente torna con un thriller in cui  al centro ci sono nuovamente gli alberi, anche se in questo caso gli alberi in questione sono morti da qualche migliaio di anni. La nuova avventura si svolge infatti a nord di Torino, nelle Valli di Lanzo, dove è stata effettivamente scoperta una foresta fossile. La scoperta sarebbe di un’importanza storica, biologica e naturalistica clamorosa (nelle rocce sono stati trovati fossili di vegetali completamente scomparsi in Europa) e meriterebbe senza dubbio un parco dedicato e una promozione turistica importante. In realtà, per motivi vari che non ho intenzione di affrontare qui, la scoperta è finita nei plichi accademici e lì è rimasta.


Fin qui la parte storica da cui prende spunto il romanzo, che è invece a tutti gli effetti un thriller. Nel romanzo infatti il ricercatore che scopre la foresta fossile scompare proprio il giorno in cui deve presentare al pubblico il risultato del suo lavoro. Davanti a giornalisti e accademici si presenta così la sua squadra e la geologa Martina guiderà la presentazione. Subito dopo però lei e il suo collega Giulio si lanceranno alla ricerca del professore scomparso, finendo in un intrigo fatto di misteri, vantaggi economici, incastri poco puliti tra aziende, rifiuti, ambiente.

Nel frattempo il figlio di un noto industriale quasi uccide un’anziana donna che lo infastidisce e decide di portarsela a casa per curarla. Non si tratta tuttavia di bontà d’animo, ma di evitare uno scandalo. Le due storie inevitabilmente si intrecceranno e disticarne gli intrecci sarà compito del commissario Mezzasalma e del suo secondo Picchio.

Nel romanzo c’è davvero un sacco di rob, sapientemente mescolata. La linea guida è senza dubbio quella del thriller ma ci troviamo in un mondo fatto di passione per l’ambiente, per lo studio accademico, per i libri d’epoca, per la boxe. Un mondo che deve fare i conti con la criminalità e i grandi reati ambientali, dove ogni più piccolo gesto può avere conseguenze amplificate, chiunque sia a compierlo.

Cristina Converso, ormai lo abbiamo capito, è abile a farci conoscere l’importanza della cura per l’ambiente raccontandoci avventure coinvolgenti, senza mai cadere nel nozionismo che rischierebbe di far cadere la tensione del racconto. Però non perdetevi gli approfondimenti in appendice, che ci portano dalla finzione alla realtà e lasceranno nel lettore qualcosa in più del ricordo di un’appassionante avventura.

Per chi vuole approfondire, qui la mia intervista con Cristina Converso su Quotidiano Piemontese.

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