La notte del Capitano, di Mario Zunino

Le Langhe, lì dove nascono lcuni dei vini migliori al mondo, è protagonista di questi 13 racconti firmati Mario Zunino per Buendia Books che rispondono al titolo de La notte del Capitano. In realtà queste 13 storie sono tutte ambientate in Alta Langa, la zona più al confine con la Liguria, dove c’è meno vino e più bosco, meno vigneti e più magia.

La douja* Buendia (e quale altro formato avrebbe potuto avere un libro ambientato in Langa?) è una splendida raccolta di emozioni, brandelli di storia e di magia, narrati con uno stile elegante e coinvolgente da parte di Zunino, quasi d’altri tempi.

Le storie sono varie, ambientate in epoche diverse, dalle più recenti fino ad arrivare ad episodi dell’epoca feudale. Sono tutte storie inventate, ispirate ai luoghi e alla storia di quelle colline. Tutte, tranne una, proprio “La notte del Capitano” che dà il titolo alla raccolta e racconta un episodio effettivamente avvenuto durante la Resistenza.

Per il resto siamo di fronte a piccole storie magiche, molto varie. Incontriamo masche (le guaritrici piemontesi, spesso considerate streghe), contadini, grandi lavoratori. Più di un racconto è ambientato in tempo di guerra (prima e seconda), quando questi luoghi divennero terreno di ricerca di salvezza. E più volte, inevitabilmente, incontriamo storie di emigrazione, perchè da qui in tanti partirono per il sogno americano (immensa è la comunità piemontese in Sud America, Argentina in particolare).

Al lettore non rimane che indossare scarpe comode e resistenti, perchè le colline dell’Alta Langa sono dure, toste, anche ripide, difficili da coltivare (ma che risultati quando ci si iesce!) e lasciarsi trasportare nel viaggio. Per chi vuole approfondire ho intervistato Mario Zunino su Quotidiano Piemontese.

*Per i meno addentro alle questioni piemontesi la Douja (che in questo caso è il formato del libro secondo la classificazione dell’editore) è il tipico boccale da vino piemontese. Gianduja, la tradizionale maschera torinese prende infatti il nome dalla contrazione di Gian d’la Douja, Gianni col boccale di vino.

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