Cadaveri e tacchi a spillo, di Luisa Ferrari

L’arrivo di un nuovo commisario letterario è un evento che mi incuriosisce sempre, voglio scoprire chi è, come vive, come si muove, se è gelido o caliente, intuitivo o psticcione… se poi è un commisario che opera a Torino (lo sapete) non rsisto proprio. Ecco quindi che non potevo lasciarmi sfuggire Cadaveri e tacchi a spillo, Fratelli Frilli Editori, con cui Luisa Ferrari introduce il commissario Aurelio Baldanzi.


Il nuovo eroe deve vedersela nella sua prima avventura con la scomparsa di un professore dell’Istituto di Anatomia Patologica di Torino, con un fantasma del passato ch si aggira ancora tra quei muri, con una bibliotecaria sessualmente aggressiva e una patologa giovane e affascinante. Con lui c’è il collega Di Gennaro, col quale ingaggia una battaglia a chi conquista più donne.

Questo è il panorama che ci si offre in pertura di romanzo, ma situazioni e personaggi cambiano ed evolvono nel corso della vicenda. Se per le situazioni l’evoluzione è il minimo sindaacale che ci si può aspettare da un giallo, l’evoluzione dei personaggi non è così ovvia e frequente. Arriviamo infatti alla fine della vicenda e ci accorgiamo che le caratteristiche iniziali dei protagonisti sono cambiate parecchio. La bibliotecaria vamp non è solo (o per nulla) vamp, lo scontro tra colleghi è forse meno ancora di un gioco, i professori emeriti (geniale l’idea di nominarli con le loro caratteristiche principali) hanno negli anni perso la loro aura di passione e professionalità.

La vicenda si muove tra accademici scomparsi e ossa ritrovate lungo il Po, tra cani e gatti curiosi e antipatici, vecchie zie e misteri lontani che si mischiano con leggende locali o localissime. L’insieme è avvincente e porta ad una conclusione classica con doppio ribaltamento carpiato della soluzione.

E il commissario Baldanzi? E’ un tipo solitario (rimasto solo), non particolarmente intuitivo e in questa vicenda proprio non vorrebbe entrarci. Poi è Natale e per lui è un periodo più triste degli altri. La sua massima aspirazione è un bel film sul divano sotto la copertina calda… ma non disdegna un buon pasto. Certo, se accanto a lui ci fosse una donna…

Luisa Ferrari ci ha regalato un personaggio che merita una sua evoluzione, l’ha fatto partire da un’avventura in un luogo che conosce bene e sono curioso di rivederlo presto in azione in altri angoli cittadini. Intanto ha risposto alle mie domande su Qp.

 

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