Quarantamila, di Cristiano Ferrarese

Era il settembre del 1980 e il ritorno dalle vacanze dei torinesi venne sconvolto dalla notizia di ventimila licenziamenti previsti in Fiat. In quegli anni la Torino che lavora è ancora quasi esclusivamente legata alla Fabbrica e la notizia è un colpo tremendo. Quel ritorno dalle vacanze rimarrà però nella storia per quello che accadde 35 giorni dopo, il 14 ottobre 1980, il giorno della marcia dei quarantamila colletti bianchi della Fiat.

Cristiano Ferrarese racconta quei 35 giorni che sconvolsero il mondo del lavoro torinese e italiano in un romanzo che ha un titol decisamente esplicito: Quarantamila, Edizioni Scritturapura.


L’autore fa una precisa ricostruzione storica, sociale e politica di quel mese raccontando la vita quotidiana di alcuni personaggi di fantasia, che rappreentano le varie anime protagoniste di quel momento. Abbiamo Josif, giovane operaio, suo padre, più esperto e attento ai movimenti sindacali, Cristina, moglie di Josif, che non lavora in Fiat ma rappresenta il resto della Torino che lavora e che deve comunque fare i conti con la Fabbrica. E poi abbiamo Luigi, il colletto bianco, rappresentante di quei quadri che divennero i veri protagonisti di questa storia.

Si perchè quella della marcia dei quarantamila è la storia della più grande sconfitta del movimento operaio italiano, la debacle dei sindacati, la consacrazione della forza e del potere dei padroni e dell’immobilismo della politica italiana.

Ferrarese è abile a presentarci le varie facce dei protagonisti, mostrando di volta in volta le emozioni, le paure, le sensazioni dell’esaltazione o della sconfitta. E prima ancora è abile a farci entrare nel clima politico e sociale della Torino di quegli anni, una città che soffre ancora pesantevente gli anni del terrorismo, una città grigia, spenta, che vive solo per lavorare e nella quale il lavoro è rappresentato dalla Fabbrica. Una città in cui l’unico svago è rappresentato dal calcio la domenica, un calcio cve per gli operai vuol quasi sempre di Toro, perchè la Juve è la squadra dei padroni.

Molto bella anche la scelta di dare ai capitoli titoli delle canzoni dell’epoca, che servono ancor più a portare il lettore in quel preciso, irripetibile momento storico. Su Quotidiano Piemontese ho intervistato Cristiano Ferrarese.

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