Testimoni silenziosi, di Cristina Converso

Cristina Converso ci ha abituati a raccontare storie che si muovono intorno agli alberi. Lo fa perchè ha una passione smodata per i verdi giganti della Terra, lo fa per passare questa passione a chi legge… e lo fa bene. Anche il suo Testimoni silenziosi, Buendia Books, si muove su questa linea, ma (come sempre) gli alberi sono il contorno, l’ambiente, il palcoscenico. Abbiamo invece una storia centrale su cui viaggia il libro. In questo caso ne abbiamo addirittura otto.


Abbiamo una storia di contorno che fa da cornice ad una serie di racconti. Un uomo torna nella vecchia casa del nonno, decide di passare lì il fine settimana, scopre un vecchio taccuino scritto dall’antenato e si dedica alla lettura. Nel taccuino ci sono cinque piccoli racconti.

L’autrice ci regala quindi piccole perle con una importante caratteristica comune. Sono infatti tutte storie ispirate ad eventi reali intorno alle quali viene creata una storia più piccola. Abbiamo la lettera scritta da un soldato di ritorno dalla disfatta di Russia. Poi un albergo sul lago di Avigliana che spita ebrei in fuga durante la Seconda Guerra Mondiale. Ancora l’alluvione del 1957 in Val Maira. La misteriosa storia dell’orso marino e del ginepro. E ancora un racconto con protagonista la popolazione Walser. E naturalmente il racconto cornice, con la spiegazione del perchè il nonno decide di scrivere.

Sono davvero dei piccoli gioiellini che ci portano in momenti storici importanti mostrandoceli con gli occhi dei protagonisti. Un mix delicato tra storia e immaginazione, che funziona perfettamente e ci permette magari di scoprire pezzi di storia del territorio. A proteggere, controllare, definire queste storie ci sono otto alberi monumentali, davvero testimoni silenziosi della storia dell’uomo.

Se volete approfondire trovate qui l’intervista con Cristina Converso.

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