Xavier Villaverde spiega che secondo alcuni studi l’uomo è attratto sessualmente per l’80% da un sesso e per il 20% dall’altro sesso. Poi durante la sua vita sceglie verso dove orientarsi, guidato dalle proprie esperienze e dalle pressioni ambientali.
El sexo de los ángeles nasce da questa considerazione e dalla voglia di analizzarla.
Bruno e Carla sono giovani, si amano da quando hanno quindici anni e vivono insieme. Si amano, si rispettano, la loro intesa sessuale è perfetta e ritengono di essere molto aperti l’uno verso l’altra.
Poi capita che Bruno incontra rai, un ragazzo affascinante e ribelle, ne diventa amico, passa del tempo con lui e scopre di provare per il nuovo arrivato un’attrazione fisica non indifferente.
Carla invece, quando li becca insieme nudi sotto la doccia in atteggiamenti inequivocabili, scopre invece di essere meno aperta di quello che pensava.
Così forza un po’ la sua reazione istintiva e decide di accettare la nuova situazione, che, come è facile immaginare, non rimarra stazionaria per molto.
Villaverde tratta un tema interessante e lo fa con la dovuta leggerezza e l’inevitabile eccitazione. Sceglie tre protagonisti giovani e molto, troppo belli. Astrid Bergès-Frisbey, Álvaro Cervantes e Llorenç González sono splendidi, fisicamente veri e il regista approfitta inevitabilmente dei loro corpi nudi e non si tira indietro nel mostrarci le scene di sesso.
E sono scene potenti, passionali (molto bravi i tre protagonisti) perchè i copri e l’attrazione fisica sono al centro della faccenda. Ma poi, come spesso succede nella vita reale, i sentimenti e le passioni, superano la pura ttrazione fisica ed allora il tema centrale vira e diventa un altro: è possibile amare due persone contemporaneamente?
La risposta nel film c’è, ma naturalmente è contestabile. Personalmente non mi esprimo e lascio ad ognuno le considerazioni in base alle proprie esperienze personali.