Pierre Seel fu il primo intellettuale omosessuale francese a denunciare e raccontare l’olocausto omosessuale perpetreto dai nazisti, i campi di concentramento dedicati, gli esperimenti medici per “guarire” i gay e le atroci morti dei suoi compagni di prigionia. Giovanni Coda racconta la sua vita con questo Il Rosa Nudo, lavoro intenso a metà strada (come dice lo stesso Coda) tra il cinema e la videoarte.
La storia è quella di Seel raccontata attraverso la lettura delle sue parole. L’arresto, il campo, la morte del suo fidanzato lasciato sbranare dai cani, le torture, le ingiurie. Poi il difficile rientro dopo la guerra, il silenzio lungo, lunghissimo e la decisione di raccontare tutto e liberare una parte di quel dolore.
Parallelamente scorrono le immagini, che però nulla (o quesi) centrano con quanto racconta l’audio. Il racconto è crudo, devastante, le immagini sono sporche, disturbanti, personalmente mi ricordano molto quella Cinico Tv firmata da Ciprì e Maresco.
Coda però racconta in fondo la stessa storia, ricostruendola con scene teatrali quasi astratte, immagini allo stesso tempo eleganti e brutali, crude e magnifiche.
Il risultato è il racconto di una storia tremenda (devastante la parte – che già conosciamo ma risentirla ogni volta è una stilettata – sugli esperimenti medici nazisti compiuti sui prigionieri) accompagnata da immagini che raccontano forse più delle parole.
Non vedo l’ora di vederlo. Ho sempre trovato straziante la storia di seel, storia che ho sentito per la prima volta alcuni anni fa quando ne scrissero anche le testate nazionali. Facendo un po’ di ricerche su internet ho scoperto ora che e’ morto qualche anno fa, e mi e’ molto dispiaciuto scoprirlo anche perche’ mi sembra sia caduto un po’ di silenzio sulla sua incredibile vicenda. Spero di vedere il film anche qui a Milano. Paolo
Si, è morto nel 2005. Spero che il film arrivi a Milano, difficilmente uscirà in sala ma ci sarà magari occasione di passarlo come evento o a qualche festival