Torino – il guardiano dei Cavalieri, di Ivano Barbiero

Torino, fine anni ’60. Ivano Barbiero ci accompagna in una Torino cupa, oscura, immersa in una continua e inesauribile nevicata (di quelle che non si vedono più). E in questa atmosfera estremamente caratterizzata ambienta il suo Torino, il guardiano dei cavalieri, Fratelli Frilli Editori, noir ad un passo da thriller (o thriller con toni decisamente noir, se preferite).


Entriamo subito nel vivo della vicenda. Un killer è appostato su un ponte che si affaccia sulla stazione di Porta Nuova, pronto ad eliminare un passeggero che scenderà da un treno in arrivo. Non sa chi sia, in fondo è un killer. Qualcosa però, la sorte è beffarda, andrà storto e il killer si troverà trasformato da cacciatore a preda.

Intorno a lui si muoveranno tutta una serie di personaggi e accadranno un certo numero di omicidi. Toccherà al killer, ma anche al commissario Piacentini, cercare di ricostruire quanto sta accadendo sotto la Mole. Uno perchè vuole salvarsi la pelle, l’altro per lavoro, finiranno per essere invischiati un mondo misterioso, cupo. Scopriranno personaggi per nulla rassicuranti ed entreranno in contatto con il vasto panorama esoterico torinese. Messe nere, bare disposte a pentacolo, statuette misteriose e deformi. Realtà? Truffe? Sicuramente pericoli reali, visto che a farne le spese saranno molti dei protagonisti.

Barbiero è abile  a guidarci nell’intreccio. Ma è soprattutto abile a creare un ritmo e un clima tosto, sincopato. Corriamo dietro ai protagonisti e seguiamo le loro scoperte. Ci intrufoliamo con loro nei meandri di Torino e veniamo a conoscenza di un mondo oscuro, pericoloso… ma inevitabilmente affascinante.

Poi c’è naturalmente il mistero da risolvere e una lunga serie di personaggi a cui legarsi. Non ci sono buoni. Tutti hanno qualcosa da nascondere o da farsi perdonare. Su tutti veglia Torino. Che però non è una mamma protettiva. Quella coltre di neve inesauribile non è una coperta protettiva, è più che altro un velo gelido che serve a coprire il male che si insinua per le strade.

Romanzo pieno di fascino, crudo, da divorare col fiato sospeso. Qui l’intervista con Ivano Barbiero.

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