Torna, con un secondo volume sempre per Neos Edizioni, la curiosa (per ora) micro saga di Franca Rizzi Martini. Ne Il fiume senza luna ritroviamo il commissario Carlo Rossi, che avevamo incontrato nel precedente Recitando Shakespeare, ma soprattutto ritornano i personaggi di fine ‘600 che popolavano quel primo volume.
Siamo a Torino, tra oggi ed il regno di Vittorio Amedeo di Savoia. Due storie si muovono parallele a distanza di oltre 300 anni ma paticamente negli stessi luoghi. Il commissario Rossi deve indagare su un anziano che sembrerebbe essersi suicidato in casa. Tuttavia il suicidio non convince e così bisogna approfondire le conoscenze della vittima, che, per inciso, è anche lo zio del commissario.
Qualche secolo prima, lungo il Po, il giovane Geremia prende una botta tremenda in testa, viene operato con una tecnica rivoluzionaria, guarisce, ma perde la memoria. Dovrà ricominciare a vivere, mentre la Madama Reale si trasferisce al Castello di Moncalieri per allontanarsi dall’insopportabile marito.
Le due storie viaggiano per proprio conto, sono molto diverse per stile e avvenimenti, ci fanno conscere due Torino molto lontane, tenute cucite insieme dal lungo e inalterabile filo del fiume Po. Solo pian piano il lettore attento potrà cominciare ad intuire cosa lega le due vicende e quale sarà il punto esatto in cui le due storie finiranno in qualche modo per incontrarsi.
Quello che stupisce nel lavoro di Franca Rizzi Martini è che davvero sembra di leggere due vicende molto lontane, pur essendo consapevoli che prima o poi qualcosa dovrà unirle. E stupisce anche, sempre in positivo, la ripresa dei personaggi del lavoro precedente che personalmente mi sarei aspettato per la parte di ambientazione attuale, ma molto meno per quella legata al passato. Ed invece la scelta dell’autrice funziona eccome.
Nota di merito per la copertina davveo splendida realizzata da Tina Salvato. Se volete approfondire, ecco l’intervista con Franca Rizzi Martini.
